La Storia urbana ha ormai una lunga tradizione di studi nel panorama storiografico italiano, giungendo probabilmente a una quarta/quinta generazione di ricerche, se si considera come momento fondativo la stagione che a partire dagli anni ’70 ha dato vita ad alcuni luoghi di confronto, dibattito e divulgazione scientifici, inclusa la presente rivista.
Più che soffermarsi sui nomi dei protagonisti principali di questa traiettoria, tutti noti e più volte ricordati, appare opportuno riflettere sull’evoluzione dei metodi, delle fonti e delle discipline che hanno via via ispirato, contaminato, indirizzato l’analisi diacronica di un fenomeno così complesso quale è la città.
Si è partiti, più di mezzo secolo fa, da filoni preesistenti e già consolidati – la storia rurale, la storia economica, la geografia e la cartografia storiche, la storia dell’architettura, la storia dell’urbanistica, la storia sociale, ecc. – per poi giungere a temi «monografici», come il rapporto tra città e campagna, lo studio della forma urbis, il mercato immobiliare, lo sviluppo della città contemporanea, le élite e le borghesie urbane, le burocrazie e i saperi tecnici, le reti e la mobilità, e tantissimi altri. L’approccio alla città nelle sue varie sfaccettature e componenti si è progressivamente arricchito di suggestioni provenienti da varie discipline che sono poi confluite, negli anni ’90, nel cosiddetto Spatial turn, che si è avvalso anche di tecnologie e metodi di elaborazione dei dati, come i GIS, senza contare l’allargamento in chiave «globale» dello studio del fenomeno urbano. Fino ad arrivare ai più recenti Heritage o Environmental Studies o alle Digital Humanities.
Impossibile qui ricostruire tutte le declinazioni della Storia urbana praticata nel nostro paese in questi decenni, così come dare conto di tutte le influenze provenienti da altre tradizioni teoriche e storiografiche, su tutte quelle francese, tedesca o anglo-sassone, rispetto alle quali però il panorama italiano ha saputo mantenere una propria specificità.
Partendo da queste considerazioni e interrogandosi su cosa significhi fare storia urbana oggi, il numero monografico intende raccogliere contributi che possano restituire ed esemplificare approcci, metodi, temi utilizzati in occasione di recenti ricerche sulla città in chiave storica. A partire da casi di studio specifici, i contributi dovranno dedicare particolare attenzione sia al ruolo delle fonti utilizzate nelle ricerche proposte, sia alle chiavi di lettura utilizzate per interrogarle.
Un elenco, affatto esaustivo, di possibili tracce in cui si compenetrano indirizzi più innovativi con approcci più tradizionali, può includere:
• Fonti iconografiche: vedute, disegni, incisioni, «ritratti di città», manifesti, brochures.
• Fonti audiovisive: fotografie, filmati, documentari, cortometraggi, film, ecc.
• Fonti «letterarie»: romanzi, novelle, racconti, resoconti di viaggio, diari, carteggi, biografie.
• Fonti seriali e quantitative: statistiche, dati, prezzi, indagini epidemiologiche, ecc.
• Fonti urbanistiche: piani, catasti, progetti, mappe.
• Fonti «materiali» e archeologiche
• Ricerche comparative
• Metodi di digitalizzazione: uso di GIS, modellizzazioni 3D, Realtà Aumentata
L’iniziativa congiunta tra Aisu International e la rivista «Storia Urbana», giunta al secondo numero, è rivolta alle socie e ai soci AISU in regola con la quota d’iscrizione (entro il 30 settembre 2025) e che presentino contributi inediti. Gli articoli proposti per la pubblicazione possono essere presentati nelle seguenti lingue: italiano, francese, inglese, spagnolo.
L’abstract di non più di 400 parole dovrà essere inviato a segretario@aisuinternational.net insieme a una breve biografia (massimo 100 parole), entro il 30 giugno 2025.
L’eventuale risposta d’accettazione sarà inviata entro il 10 luglio 2025. Per essere pubblicato entro l’anno, il testo definitivo dovrà essere consegnato entro il 31 ottobre 2025.
