Comitato: Sara Abram (Fondazione Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”), Swati Chattopadhyay (University of California, Santa Barbara, USA), Ermanno Malaspina (Università di Torino, DISH Centro interdipartimentale di DH), Ines Tolic (Università di Bologna), Cristina Martelli (Università degli Studi di Firenze UNIFI), Cristina Trinchero (Università di Torino, DISH (Centro interdipartimentale di DH), Maurizio Vivarelli (Università di Torino, DISH (Centro interdipartimentale di DH).
Referente: Swati Chattopadhyay (University of California, Santa Barbara, USA).
Di quale crisi stiamo veramente parlando? Ogni crisi colpisce in modo diverso gruppi diversi di popolazione. Non possiamo dunque discutere l’adattabilità delle città senza affrontare in modo specifico relazioni di razza, classe, genere e sessualità. Se ci sentiamo impegnati a affrontare gruppi marginalizzati che sono stati scarsamente rappresentati nella storia urbana, abbiamo bisogno di una svolta di metodo. Questo richiederebbe di affrontare la sfida di integrare/adottare narrative che danno voce a una popolazione marginalizzata, e una nuova scala di analisi per investigare la crisi. Questo potrebbe significare anche di dover abbandonare la grande scala urbana delle analisi in favore di scale più ridotte in termini di tempo e spazio.
Che tipo di narrative includere investigando l’adattabilità urbana e che tipo di impatto dovrebbe avere nella nostra comprensione dei processi urbani, degli archivi, e dei metodi? Come incorporare parametri e criteri dal punto di vista di una prospettiva postcoloniale e di una teoria critica che tenga conto di razza, genere e sessualità?
Questa Macrosessione ha come obiettivo una indagine critica delle narrative e del loro impatto. Parametri e criteri dovrebbero dunque essere ripensati attraverso una nuova (per esempio. post-coloniale, genere, ecc.) prospettiva. Vi si analizzeranno anche la struttura della conoscenza e la sua metodologia. La Macrosessione invita inoltre riflessioni sull’addatarsi degli approcci e delle metodologie ai cambiamenti richiesti dai nuovi sviluppi della ricerca e delle tecnologie che vi sono connesse.
Più specificamente, la Macrosessione comprende (ma non si intende limitata a):
Nuovi metodi di ricerca che affrotano problemi intersezionali che riguardano questioni di diseguaglianze di classe, razzismo, genere e sessuali.
A lungo gli storici urbani hanno tentato di introdurre le voci degli emarginati attraverso tecniche di microstoria e di teoria femminista, ma con scarso successo. Invitiamo a ripensare le unità di analisi urbana come un modo per sbloccare il potenziale delle voci narrative che rompono la grammatica dell’autorità. Come cambiano le nostre preoccupazioni per la forma urbana e processi di cambiamento se guardiamo a piccole unità spazio- temporali piuttosto che lunghe cronologie di storia urbana e l’insieme dell’urbanistica che usa strumenti come il piano e le politiche di pianificazione formulate da gruppi dominanti che ignorano o cancellano l’esperienza di gruppi emarginati? Passando a parametri diversi di durata e spazio (sensazioni di breve durata, eventi episodici, spazi interstiziali) possono emergere nuovi punti di vista su cosa significa adattabilità in una città.
Casi studio su diseguaglianze nella città
Nuove metodologie e approcci alla conoscenza.
Multidisciplinarità negli approcci di ricerca e nei prodotti della ricerca come esito di obiettivi culturali richiesti posti da progetti innovativi. Metodologie di ricerca tradizionali e individuali versus ricerche che richiedono svolgimenti in gruppi di lavoro e uso di approcci innovativi.
Come la struttura della conoscenza si adatta a nuovi sviluppi di ricerca e tecnologici.
Dati, metadati, fonti di dati, Digital Humanities. Questa ambito di lavoro richiede contributi che affrontino le caratteristiche di eterogeneità delle fonti che riguardano la città come un ecosistema informativo complesso; l’evoluzione di criteri e sistemi per selezionare, organizzare e comunicare dati ivi compresi big data. Sono attesi contributi che riguardano l’uso di diversi strumenti digitali e metodologie per rappresentare e/o spazializzare l’ambito della ricerca.
Collezioni e narrative museali
Il tema affronta i diversi gradi di flessibilità/trasformazione delle collezioni museali e dei loro spazi in rapporto alla fisionomia sociale e culturale delle città. In particolare, le collezioni dei musei in alcuni casi sono anche specchio e memoria della vita delle città. In che modo la costituzione e l’evoluzione di musei e collezioni riflette la storia sociale, politica e culturale delle città? Orientati dalle istituzioni e dalle comunità, assumono nel tempo una fisionomia variabile sia in termini di consistenza patrimoniale, sia in termini di linguaggio e scelte di rappresentazione. La loro resilienza, o al contrario la loro resistenza al cambiamento, diventano un contesto di analisi delle dinamiche della storia urbana.
Altri temi
Interpretazioni aggiuntive dell’area di lavoro proposta dalla Macrosessione